La scienza del benessere e i suoi fondamenti teorici: Una revisione critica del paradigma della Psicologia Positiva
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Abstract
La Psicologia Positiva, fondata da Martin Seligman nel 1998, si è imposta molto rapidamente nel panorama internazionale come la “nuova scienza del benessere”, contribuendo ad affermare un generale cambiamento di tendenza relativo all’oggetto della psicologia clinica. L’interesse tradizionalmente rivolto alla patologia e al deficit viene così “corretto” attraverso un modello teorico fondato su costrutti come felicità, realizzazione personale e soddisfazione per la propria vita. Il problema della misurabilità di tali costrutti è stato risolto attraverso la produzione di una moltitudine di strumenti self-report da cui origina la realizzazione di un corpus considerevole di studi e ricerche che ne ha favorito la capillare diffusione presso agenzie governative e istituzioni private. Numerose voci di dissenso mettono in evidenza, tuttavia, alcuni aspetti di particolare criticità, come la pretesa di misurare costrutti difficilmente definibili in senso operativo, l’adozione di una prospettiva individualistica ed universalistica, l’adesione a paradigmi epistemologici e a presupposti metodologici scarsamente in grado di considerare la complessità dei fenomeni e dei comportamenti osservati in quanto epurati della loro dimensione contestuale. Il presente contributo cerca di fare il punto su queste problematiche proponendo una riflessione critica sul paradigma della psicologia positiva e sulle sue proposte applicative.
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Sezione
Contributi Teorici
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Come citare
Mazza, B., & Grasso, M. (2015). La scienza del benessere e i suoi fondamenti teorici: Una revisione critica del paradigma della Psicologia Positiva. Rivista Di Psicologia Clinica , 1, 9-32. https://quadernidipsicologiaclinica.com/index.php/rpc-archivio/article/view/1335