Oltre il pensare mafioso: sviluppo umano e beni relazionali.
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Abstract
La moderna letteratura scientifica economica ad orientamento relazionale evidenzia il fatto che gli esiti di uno sviluppo economico sostenibile, oltre che ad altre importanti variabili, sono significatamente legati alla qualità delle relazioni interpersonali (Bruni, 2006; Sacco & Zamagni, 2006). Questo significa, tra l’altro, che lo sviluppo economico non può essere più considerato indipendente dallo sviluppo delle persone, dalle loro soggettività e dal loro reciproco riconoscimento. Significa sostenere che la relazione con l’Altro, la qualità relazionale, non è solo indispensabile per la costruzione identitaria o per la cura psicologica (Lo Verso & Lo Coco, 2006), ma è anche importante strumento trasformativo in grado di realizzare cambiamento sociale (Brown & Zinkin, 1996) e influenzare/orientare lo sviluppo economico in un senso piuttosto che in un altro.
Da tempo, non solo nei paesi occidentali, lo sviluppo socio-economico ha coinciso sempre più con la categoria di “Homo Economicus” nella sua versione più estrema: quella diretta all’arricchimento a qualunque costo, spinta alla mercificazione dell’Altro e all’individualismo esasperato. In Sicilia, in particolare, “Homo Economicus” sembra essere abbastanza facilmente in grado di trovare legami affaristici e di altro genere sia con l’organizzazione criminale Cosa Nostra che con una diffusa e specifica modalità d’intendere la realtà e le relazioni con gli altri, identificabile con il “pensare mafioso” (Fiore, 1997). Alcune statistiche nazionali, infatti, indicano la Sicilia come uno dei più classici modelli negativi per l’intreccio tra criminalità organizzata e ritardo dello sviluppo socio-economico. Ciò che alimenta e contribuisce significatamente a determinare questo ritardo non è solo il fatto che le categorie di “Homo Economicus”, “Homo Mafioso” e “Homo Democristianus” condividano affari, appalti e soldi, inefficienze storiche e potere, ma anche, da un punto di vista psicologico, il problema della negazione dell’esistenza dell’Altro come soggettività.
Questo lavoro vuole essere un contributo a vertice psicodinamico che, ponendo attenzione alla vicinanza tra i moderni tentativi relazionali della teoria economica (Sacco & Zamagni, 2006; Bruni, 2006; Bruni & La Porta, 2006; Bruni & Zamagni, 2004) ed alcuni assunti della gruppoanalisi soggettuale (Lo Verso, 1994; Pontalti, 1998; Fasolo, 2002; Lo Verso & Lo Coco, 2006;) e restringendo il campo all’analisi di “Homo Mafioso” e “Homo Democristianus”, proverà ad elaborare il concetto dei beni relazionali (Brunori, 2004; Lo Verso & Prestano, 2006), esemplificandone l’importanza all’interno di un programma locale di sviluppo umano in Sicilia.
Da tempo, non solo nei paesi occidentali, lo sviluppo socio-economico ha coinciso sempre più con la categoria di “Homo Economicus” nella sua versione più estrema: quella diretta all’arricchimento a qualunque costo, spinta alla mercificazione dell’Altro e all’individualismo esasperato. In Sicilia, in particolare, “Homo Economicus” sembra essere abbastanza facilmente in grado di trovare legami affaristici e di altro genere sia con l’organizzazione criminale Cosa Nostra che con una diffusa e specifica modalità d’intendere la realtà e le relazioni con gli altri, identificabile con il “pensare mafioso” (Fiore, 1997). Alcune statistiche nazionali, infatti, indicano la Sicilia come uno dei più classici modelli negativi per l’intreccio tra criminalità organizzata e ritardo dello sviluppo socio-economico. Ciò che alimenta e contribuisce significatamente a determinare questo ritardo non è solo il fatto che le categorie di “Homo Economicus”, “Homo Mafioso” e “Homo Democristianus” condividano affari, appalti e soldi, inefficienze storiche e potere, ma anche, da un punto di vista psicologico, il problema della negazione dell’esistenza dell’Altro come soggettività.
Questo lavoro vuole essere un contributo a vertice psicodinamico che, ponendo attenzione alla vicinanza tra i moderni tentativi relazionali della teoria economica (Sacco & Zamagni, 2006; Bruni, 2006; Bruni & La Porta, 2006; Bruni & Zamagni, 2004) ed alcuni assunti della gruppoanalisi soggettuale (Lo Verso, 1994; Pontalti, 1998; Fasolo, 2002; Lo Verso & Lo Coco, 2006;) e restringendo il campo all’analisi di “Homo Mafioso” e “Homo Democristianus”, proverà ad elaborare il concetto dei beni relazionali (Brunori, 2004; Lo Verso & Prestano, 2006), esemplificandone l’importanza all’interno di un programma locale di sviluppo umano in Sicilia.
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Contributi Teorici
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Come citare
Giorgi, A. (2013). Oltre il pensare mafioso: sviluppo umano e beni relazionali. Rivista Di Psicologia Clinica , 3. https://quadernidipsicologiaclinica.com/index.php/rpc-archivio/article/view/1051