Dare voce ai vissuti dei minori con diagnosi come intervento psicoanalitico
Parole chiave:
scuola, diagnosi, età evolutiva, oepac, sismifAbstract
L’articolo si propone di verificare la possibilità di proporre un desiderio entro l’intervento psicoanalitico con minori che hanno ricevuto una diagnosi. In particolare, verranno trattati i problemi che alcuni servizi dedicati ai minori incontrano in rapporto alla loro utenza con diagnosi, cercando di esplorarli dal vertice dei vissuti che li caratterizzano ed organizzano culturalmente.
I servizi rivolti ai minori si attivano senza che questi ultimi abbiano formulato una domanda; spesso si attivano su committenza degli adulti di riferimento, o delle istituzioni. Questo aspetto ha una profonda valenza nell’intervento psicologico clinico basato sull’analisi della domanda.
Vengono proposti tre assetti collusivi che influiscono sul modo in cui si organizzano culturalmente gli interventi in questi contesti: la cultura diagnostica, il “minore” come posizione psicosociale e la dimensione di obbligo che caratterizza la cultura dell’inclusione nel sistema scolastico italiano. Ci si propone di esplorare questi assetti collusivi e i possibili prodotti che l’intervento psicologico clinico può perseguire in questi contesti attraverso tre resoconti esperienze cliniche che vedono come professionisti al lavoro con minori un'insegnante di sostegno, un’Operatrice Educativa per l'Autonomia e la Comunicazione (OEPAC) e un educatore del Servizio per il Sostegno dei Minori in Famiglia (SISMIF).